Associazione per un archivio dei movimenti
fondi Raccolta manifesti di Giorgio Moroni

1
Manifesto (cm 100x69, in 4 originali, ARTI GRAFICHE ERREGI GE)
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2
Manifesto portoghese (69x49, Tip. Perusia)
Nota:
Diffuso dopo la rivoluzione del 25 aprile 1974.
flor=libertação fruto=democracia semente=socialismo. Campanha de dinamização cultural e acção cívica.
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3
Manifesto (59x45) del GUPS (Unione generale degli studenti palestinesi in Italia)
Nota:
Datato 21 marzo 1975 nel settimo anniversario dello scontro di Karameh (21 marzo 1968), città giordana dove alcuni reparti della Jordanian Army e della Palestine Liberation Organization (PLO) inflissero gravi perdite all’esercito israeliano per la prima volta dopo la Guerra dei sei giorni (Giugno 1967). Provenienza: Roma, Radio Onda Rossa nel 1977.
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4
Manifesto portoghese (65x45, Litografia)
Nota:
Diffuso dopo la rivoluzione del 25 aprile 1974) del MFA (Movimento das Forcas Armadas): Sentinela do povo. Campanha de dinamização cultural e acção cívica.
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5
Manifesto del PFLP (54x45)(Popular Front for the Liberation of Palestine), fondato nel 1967.
Nota:
Nessuna datazione certa. Anch’esso proviene da Radio Onda Rossa, Via dei Volsci, Roma.
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6
Manifesto cinese (53x38) (dopo il 1966) raffigurante Mao con sigaretta circondato da osannanti soldati berrettati.
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7
n. 8 manifesti dello Sinn Fèin [provenienza: viaggio in Irlanda del 1977]
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8
n. 4 manifesti provenienti dal viaggio in Irlanda del 1977
Nota:
1) Cumann na mBan (english: Women’s league) organizzazione paramilitare femminile che ebbe un ruolo nell’Easter Rising del 1916 e supportò i Provisional nella scissione del 1969-1970 nell’IRA e nello Sinn Fèin. Nel 1986 si è legata alla Continuity IRA. Nell’UK Terrorist Act è tuttora segnalata come “domestic terrorist group” (48x30)
2) “Smash English rule in Ireland” (47x34)
3) “The British way of life in Ireland” (47x34)
4) “The workers will tear down imperialism with their bare hands” (34x47). I manifesti n. 2, 3 e 4 provengono da Peoples Democracy, l’organizzazione marxista fondata il 9 ottobre 1968 alla Queen’s University di Belfast da Bernadette Devlin, Cyril Toman, Michael Farrell e altri. Molti dei militanti di Peoples Democracy approdarono successivamente allo Sinn Fèin (e all’IRA) ma altri fondarono nel 1976 il gruppo Revolutionary Struggle, un caso unico in Irlanda di organizzazione politica (e anche militare) su posizioni marxiste. Revolutionary Struggle produsse la rivista The Ripening of Time (1976-1980) e il periodico Rebel (all’epoca conobbi Michael Youlton e Ursula Barry di R.S. e li misi in contatto con alcune esperienze dell’autonomia operaia in Italia).
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9
Manifesto (100x70, KG STUDIO GRAFICO) dopo il funerale di Edoardo Arnaldi (uccisosi il 19 aprile 1980). “5.000 partecipano ai funerali del compagno Arnaldi”.
Nota:
Firmato “I compagni di Genova”. Nelle prime file si riconoscono, tra gli altri, Carlo Boccardo, Rosalino e Ramon La Paglia, Leonardo Chessa, Edgardo Arnaldi, Walter Merlo, Andrea Guaraglia, Lella Castaldo, Nuccio Aiello, ecc.
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10
Manifesto (100x70) “Autoriduzione!” che convoca una manifestazione in Piazza Verdi (davanti alla SIP) alle ore 16,30 il 9 settembre 1975
Nota:
Firmato Coordinamento dei Comitati per l’autoriduzione (Oregina, Sampierdarena, Marassi, Carmine, Centro Storico, S. Lorenzo, S. Teodoro, S. Fruttuoso, Sestri, Bolzaneto, Largo Merlo, Certosa).
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11
Manifesto (100x70 serigrafia) sull’attacco di Settembre Nero al villaggio olimpico di Monaco di Baviera (settembre 1972).
Nota:
Realizzato dal “gruppo di Faina” dopo lo scioglimento di Ludd: “La continuità del dominio li ha resi ottusi alla realtà, passivi esecutori della norma, quanto inerti contemplatori dell’eccezionale. Essi, timorosi del terrorista, non vogliono sapere che tutta la loro vita, i loro comportamenti più abituali sono fondati sul terrore congelato nei templi dell’ordine cimiteriale: lo stato, le prigioni, i manicomi, il lavoro…”. Il testo è collettivo –ritengo vi abbia contribuito Luigi Grasso, non Gianfranco Faina che non scriveva così. Questo manifesto è un grande esempio di comunicazione politica, ancorchè colta ed elitaria. La frase, di per sé una locuzione situazionista luddista/gappista efficace ma quasi di maniera, è combinata con uno strepitoso e artistico disegno nel quale un terrorista palestinese nudo (ambiguo e ideologico), con il corpo del David di Donatello e con il volto coperto da un passamontagna, si staglia solitario sul gradino superiore di un podio olimpico mentre sotto di lui, alla base del podio, si agitano volti atroci, tronfi e ottusi disegnati con tratti alla George Grosz o alla Otto Dix; in mezzo a questa folla gesticolante e confusa, a questa maggioranza silenziosa e merdosa di impiegati e sportivi si aggira incredula una donna seminuda con medaglia d’oro e nastrino in mano chiedendo: “e adesso a chi la do?”. Sono convinto si tratti di un capolavoro. Provenienza del manifesto: sede dell’off-set di Ludd, via Bombrini a Sampierdarena.
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12
Manifesto (90x71) del 1971 della UGSP in Italia sull’espansionismo israeliano.
Nota:
Contiene il testo della famosa “dichiarazione Balfour” (2 novembre 1917). Provenienza: Roma, via dei Volsci.
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13
Manifesto (100x70 serigrafia) non datato (probabilmente 1975-1976).
Nota:
Probabilmente serigrafato in bianco e nero in Via Bombrini a Sampierdarena, firmato Rote Armee Fraktion. “Dobbiamo dunque intraprendere un attacco per svegliare la coscienza delle masse. Le bombe che lanciamo contro l’apparato repressivo le gettiamo anche nella coscienza delle masse” (si tratta di una frase di Andreas Baader). “L’incapacità di usare violenza getta nell’impotenza di fronte al fascismo”. L’immagine al centro (il pugno che distrugge il fascio) è probabilmente tratta da un’opera di Flavio Costantini.
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14
Manifesto (100x70, serigrafia) de La Comune di Genova (sede di via dei Giustiniani) del 26 febbraio 1974.
Nota:
Con questo manifesto viene presentato lo spettacolo video pop musicale “Cammina, cammina…” (attraverso le contraddizioni della borghesia e la rabbia del proletariato, verso una rabbia organizzata e una lotta per il potere), a cura di Paolo Ciarchi e del Collettivo Teatrale La Comune. Lo spettacolo è previsto per venerdì 1 e sabato 2 marzo 1974 presso il Teatro della Gioventù in Via Cesarea.
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15
Manifesto/serigrafia (95x70) in bianco e nero “Vietato calpestare le idee”.
Nota:
Proviene dalla sede del Gos in Via Carlo Rolando 10, aperta nel 1969, e successivamente dalla sede di Potere Operaio in Via Rayper, aperta nel 1970: ne arredava la sala riunioni. Risale alle lotte studentesche del
'68 in Università Cattolica. Fu ideato da Gianni Del Rio e da Gianni
Missaglia sullo stile dei manifesti
del maggio francese. Ne fu stampata a mano e messa in vendita per
finanziare il movimento una ventina di copie.
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16
Manifesto (100x70, in due originali) del 1986 dedicato a Edoardo Arnaldi nel 6° anniversario della sua morte.
Nota:
Firmato “i compagni”. “Edoardo Arnaldi, avvocato comunista, dedicò la propria esistenza alla difesa dei compagni incarcerati fino a quando lo “stato dell’emergenza”, tentando di togliergli la libertà, gli tolse la vita stessa. Nel 6° anniversario per non dimenticare”.
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17
Manifesto 70x50 serigrafato in Via Bombrini dal “gruppo di Faina” nel Natale del 1972 durante i bombardamenti a tappeto dei B52 su Hanoi (operazione Linebaker II).
Nota:
E’ firmato Comitato regionale “lettori del pensiero” e raffigura un assorto e soddisfatto Luigi Longo che pensa: “Forza Nixon ancora 100.000 morti e vinciamo le regionali”. Questo manifesto è noto per essere rimasto sui muri non più di qualche ora. Già alle 8 di mattina i militanti del Pci avevano finito di grattarlo via dai muri anche con le unghie, occorrendo.
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18
Manifesto (35x50) del Comitato Politico Enel e del Collettivo Lavoratori e studenti del Policlinico (Via dei Volsci, Roma) probabilmente stampato nel 1972. “Salario garantito”.
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19
Manifesto (69x45, due originali, ETS Ed. PISA) di presentazione del Convegno Seminario CRISI DEL MODERNO E PENSABILITA’ DEL FUTURO (Firenze 8 e 9 febbraio 1986, Aula Magna Facoltà di Magistero).
Nota:
I relatori iniziali del Convegno furono Lapo Berti, Mario Albertini e Giorgio Moroni. Intervennero nella discussione Paolo Virno, Francesco Berardi (Bifo), Francesco Panichi, Antonio Longo e altri. Il convegno fu organizzato da Antonio Longo, Giorgio Moroni, Massimo Cappitti e Francesco Panichi.
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20
Manifesto (100x70) di Guido Crepax (1933-2003) sulla Strage di Stato: “Basta con il silenzio di stato!” (probabilmente 1969).
Nota:
Un operaio abbatte con la falce un albero sulla quale sono appollaiate tre figure in postura “scimmiesca”: la prima non sente (il giudice), la seconda non parla (il politico), la terza non vede (il militare).
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21
Manifesto (100x70, OFF. GRAFICHE CANESSA 1975) di presentazione dell’Assemblea Pubblica su “REPRESSIONE E CARCERE” indetta dalla Lega dei Diritti dell’Uomo al Teatro AMGA per il 27 giugno 1975 alle ore 21.
Nota:
All’Assemblea aderirono Lotta Continua, GCR- IV° Internazionale, il Gruppo Bolscevico Leninista e il Collettivo Politico Autonomo. All’assemblea, se ricordo bene, parteciparono Gad Lerner e l’avvocato Kurt Groenwald, difensore di alcuni imputati della Raf.
Da notare l’errore di stampa circa l’orario
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22
Manifesto (98x68) del Genoa Social Forum che indice il corteo dei migranti a Genova per il 19 luglio 2001 “Free circulation – freedom without borders –regularizations of all immigrants – asylum for refugees”.
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23
Manifesto (100x70) di presentazione dell’assemblea pubblica con i compagni del Collettivo di via dei Volsci e con l’avv. Leuzzi del Collegio di difesa di Lollo convocata per martedì 18 marzo 1975 alle ore 21 presso il Teatro AMGA in Via SS. Giacomo e Filippo.
Nota:
“ACHTUNG BANDITI! “ – “I sovversivi del Collettivo Politico di Via dei Volsci responsabili di aver praticato la rivolta aperta contro la società dello sfruttamento, nei quartieri e negli ospedali lager della capitale, di non aver evitato lo scontro con le forze armate della Repubblica che presidiavano S. Basilio, di non aver tollerato la presenza fascista al processo Lollo, sono banditi e come tali passibili di denuncia arresto ed esecuzione sommaria. Questo il bando che la Santa Alleanza antifascista sta proclamando in tutta Italia, complici stampa, televisione, partiti e gruppi, al fine di mettere a tacere una delle forze principali dell’Autonomia Proletaria. A questo bando si è già data attuazione con l’assassinio del compagno Fabrizio Ceruso, gli arresti di Pifano, Panzieri e decine di altri e il processo di regime a Lollo, Grillo e Clavo. PER LA LIBERTA’ DI LOLLO, PIFANO, PANZIERI”. All’iniziativa aderirono il Collettivo Politico Autonomo, il Comitato per la liberazione di tutti i compagni arrestati e la Lega italiana per i diritti dell’uomo – Sez. di Genova.Anche questo manifesto è stato stampato presso la tipografia Grafiche Riviera Ceriale come molte delle pubblicazioni dell’epoca. Questo manifesto è l’unico che oggi –e non da oggi- mi generi imbarazzo, così come l’iniziativa cui si riferisce, che fu un caso di pezzente real-politik. Mischiare consapevolmente l’occupazione delle case di S. Basilio e le lotte del Policlinico con il processo di Primavalle fu un cinico errore. Ricordo con una certa pena le scritte che comparvero a nostra cura (Potere Operaio sede di Genova) sui muri di Certosa e Pontedecimo: “Primavalle Reichstag”.
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24
Manifesto (70 x70, due originali, TIPOLITOGRAFIA ATA GE '89) del 14 settembre 1989.
Nota:
Firmato “le compagne e i compagni” e dedicato a Mirella Rimoldi: “Colori sulle donne,/ ombre per i loro visi arsi./ Fiumi scorrete silenziosi/uccelli smorzate il suono,/ascoltate:/le donne cantano, cantano/di ieri, di oggi/ della rivoluzione.”
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25
Manifesto del 1970 (53x76, Pekin 1970, Editions en langues etrangeres): “Charger l’ennemi jusqu’au dernier souffle”.
Nota:
L’immagine rappresenta il soldato eroico che, pur gravemente ferito alla testa, non si cura di farsi assistere dagli infermieri e carica da solo con la sua mitraglietta il nemico per difendere il Presidente Mao e la patria.
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26
Poster di Che Guevara (70x50, provenienza: Londra 1975, libreria Athena)
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27
Manifesto portoghese (65x48, diffuso dopo la rivoluzione del 25 aprile 1974): PORTUGAL - EMIGRANTE UNIDOS VENCEREMOS (Dinanização cultural – Acção cívica/Comissão Dinamizadora Central)
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28
Disegno a pastello di Anna Marsilii raffigurante Mario Rossi ((34X34, 2005), donatomi dall’autrice.
Nota:
Il disegno fu riprodotto nella copertina del volume di Paolo Piano “22 Ottobre –Un progetto di lotta armata a Genova” edito nello stesso 2005 da Annexia Edizioni (il libro, esaurita la prima edizione, fu rieditato nel 2008 da DeriveApprodi).
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29
Manifesto (84 x 60) dedicato a Edoardo Arnaldi (proveniente da Riccardo Degl’Innocenti) stampato probabilmente nel secondo anniversario della morte e quindi nel 1981 a cura del Comitato per l’autonomia operaia di Sampierdarena (CAS).
Nota:
In alto riporta una frase tratta dalle controdeduzioni dell’avvocato Arnaldi alla sentenza istruttoria del Giudice Istruttore Gianfranco Bonetto nel processo seguito al cosiddetto blitz del generale Dalla Chiesa (17 maggio 1979): “La legge è di classe, e dietro le sbarre ci stanno inevitabilmente i trasgressori di questa legge. Il diritto alla difesa è storicamente una conquista dei proletari, giacchè loro e soltanto loro si sono ritrovati storicamente nella condizione di doversi difendere.” Sotto la fotografia (replica di quella riportata nel manifesto dell’anno prima, vedi manifesto n. 9) è riportata la seguente frase: “I blitz, il riflusso, la cultura del sospetto e della sconfitta, una repressione sempre più cieca e brutale non sono riusciti a incrinare la coscienza della forza delle nostre idee, non ci impediscono di vivere, di pensare, costruire antagonismo, sovversione. Finché esisterà questa società dello sfruttamento esisteranno uomini liberi che lavoreranno per abbatterla. Comunismo e libertà: per tutto ciò ha vissuto Edoardo, per tutto ciò continuano a vivere i proletari.”
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30
Manifesto (in due originali, provenienti da Riccardo Degl’Innocenti)
Nota:
Contro la criminalizzazione e il discredito dell’opposizione (carcere e carcere di massima sicurezza – carcere sociale diffuso – delazione e confessione – decreti Cossiga: fermo di polizia, carcerazione preventiva, ecc… - le menzogne e le panzane del potere operate dai mass media: tv, radio, quotidiani ecc. – la realizzazione della democrazia totalitaria – isolamento) firmato Comitato per la difesa, la diffusione e la pratica della libertà, in convocazione di una assemblea al teatro AMGA il 25 novembre 1979 o 1980.
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31
Manifesto (84 x 60, due copie, provenienti da Riccardo degl’Innocenti) dedicato “A GIANFRANCO FAINA” e firmato I compagni di Genova.
Nota:
Poiché Faina è deceduto l’11 febbraio 1981 il manifesto deve essere stato stampato e affisso qualche giorno dopo. Il testo nel riquadro è costituito dalla versione non integrale dalla poesia Begräbnis des Hetzers im Kinksarg nella traduzione di Franco Fortini, Funerale dell'agitatore nella cassa di zinco, in B. Brecht, Poesie e canzoni, a cura di R. Leiser e F. Fortini, Torino, Einaudi,1959, pp. 174 ss. Com'è noto, in una cassetta di zinco i nazisti restituivano alle famiglie le ceneri delle loro vittime: “Qui, in questo zinco sta un uomo morto, o le sue gambe o la sua testa, o di lui anche qualcosa di meno, o nulla, perché era un agitatore. Fu riconosciuto fondamento del male. Sotterratelo. E’ meglio che solo la moglie vada con lui allo scorticatoio. Chi altri ci vada è segnato. Quel che è lì dentro a tante cose vi ha aizzati: a saziarvi e a dormire all’asciutto e a dar da mangiare ai figliuoli e a non mollare una lira e alla solidarietà con tutti gli oppressi simili a voi, e a pensare. E siccome quel che è lì dentro ha parlato così, l’hanno messo lì dentro e dev’esser sotterrato, l’agitatore che vi ha aizzati. E chi parlerà di saziarsi e chi di voi vorrà dormire all’asciutto e chi di voi non mollerà d’una lira e chi di voi vorrà dar da mangiare ai figliuoli e chi pensa e si dice solidale con tutti coloro che sono oppressi, quello, da ora fino all’eternità dovrà esser chiuso nella cassa di zinco come questo che è qui, perché agitatore, e sarà sotterrato.” In calce al manifesto è riportato il seguente testo: Il compagno GIANFRANCO FAINA è morto. Lo hanno accompagnato fino in fondo la violenza e la disumanità dei suoi nemici, dei nostri nemici: le forze dello Stato e di coloro che aspirano a farsi Stato. Ma noi compagni che abbiamo condiviso con lui lotte politiche e passione rivoluzionaria riconosciamo la sua vita, la sua storia, come patrimonio delle vittorie e degli errori della lotta rivoluzionaria per la libertà. Il manifesto è stato stampato dalla Cooperativa Tipolitografica Srl di Carrara. Il principale ispiratore del manifesto è Rinaldo Manstretta.
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32
Manifesto (92 x 60) stampato dalla Tipolitografia Riviera di Ceriale attorno al marzo 1975 contestualmente alla pubblicazione del Controprocesso Rossi.
Nota:
Proviene da Riccardo degl’Innocenti. Benchè non sia firmato, è certamente opera del Comitato di difesa della 22 ottobre (vedi Paolo Piano, “La banda 22 ottobre”, DeriveApprodi 2008). Vennero realizzate in Via Bombrini a Sampierdarena (una delle sedi del gruppo Ludd) alcune serigrafie con il medesimo soggetto che vennero vendute a scopo di finanziamento. Il manifesto è dedicato alla vicenda del gruppo “22 ottobre” e in particolare a Mario Rossi, poco dopo la conclusione del processo di secondo grado. L’immagine al centro è tratta dall’opera di Flavio Costantini: L’arresto di Ravachol. Il testo è collettivo, in parte ispirato dal linguaggio di Raoul Vaneigem (quello del Trattato del saper vivere): Mario Rossi, noi riconosciamo e difendiamo la tua vita e la tua storia come patrimonio degli errori e delle vittorie della lotta rivoluzionaria per il comunismo. E ci troveremo mescolati, alla rinfusa, con quelli della Comune, di Kronstadt, delle Asturie, di Varsavia, con tutti coloro che continuano, come noi che cominciamo appena, l’eterna scelta della libertà..
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